lunedì 27 gennaio 2020

IL ROBOT ( NON PISTARMI CHE PORTO INFRADITO) E LA CONSCIENZA DELLA OBSOLESCENZA PROGRAMATA

Sangue robotico corre per le mie vene
sono un robot che già non vale la pena
non so già cosa faccio nemmeno cosa dico
sistema operativo 2 punto fica
io vado per qua
io vado per là
io pure molta paura, mi vogliono smontar
mi manca la memoria
mi manca il disco duro
la mia camera è rotta vedo tutto buio
Bella , mi sento male quando mi cade una vite
e divento arrugginito pk sono metallico
e pian piano vedo andar perdendo brillantezza
Veccio, uguale che gli humani Io già ho una sciabbarabba
il brutto è che ho già perso la garanzia
è pk fu fabbricato in Almendralejo,
è sciocchezza è sciocchezza qualsiasi che io faccia
finirò dalla ferraglia
ma sono programato per fare un gran impegno
vedere perché le mosche si sfregano le zampette
tanti anni sono di ricerca
vedendo come sorvolano le merde
stufato stufato
non sapevo che la vita di un robot fosse cosi dura







I Chanclas o Infradito, posseduti dall’ansia di Red Hot Chili Peppers, scenificano la presa di conscienza delle machine, non se vedeva un altro da Blade Runner e le sue lacrimae nella pioggia.
Questo senza parlare del nichilismo estremo che distilla ciò “è sciocchezza, è sciocchezza, qualsiasi cosa io faccia finisco dalla ferraglia”, più umano impossibile. Soltanto mancherebbe al robot cantare come Camarón quello di “anche ci condemna a morte Dio quando ci da la vita”
Cosi andiamo i robot e gli umani obsolescenti e stufi delle ricerche e delle merde ma allo stesso tempo avendo paura che ci smontino dalla ferraglia



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