sabato 16 agosto 2014

FEDERICO GARCIA LORCA E LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE

Nel naso di newton
cade la grande mela
bolide di verità.
 L'ultima che pendeva
dall'albero della Scienza.
 Il grande Newton si gratta i suoi nasi sassoni.
C'era una luna bianca
sull'incastro barbaro dei faggi.

 Domanda

 Perché fu la mela
e non l'arancia
o la poliedrica mela  granata?
 Perché fu rivelatore
 questo frutto casto,
questo pomo soave e placido ?
 Che simbolo ammirevole
dorme nel suo grembo ?
 Adamo, Parigi, Newton,
 lo portano nell'anima
 e l'accarezzano
senza indovinarlo



Il grande Federico Garcia Lorca dedicò un poemone a Newton; qui soltanto mostriamo la prima e l´ultima strofa. Newton doveva essere  una sorta di personaggio strano . Dopo avere letto  questo poema  mi piace immaginarmi Newton come se fosse uno scienziato con fascino, con un tocco proprio ( quello che gli Spagnoli  chiamano  Duende e Pellizco ) e circondato daglie oleandri, anelli, allocchi e tutte quelle cose che i critici letterari chiamano universo lorquiano, secondo un'espressione molto propria di questo blog.
  Qualcuno disse  in modo  azzeccato che Dio avrebbe creato gli antichi Greci affinché i professori  del futuro potessero vivere e altretanto  sarebbe stato creato  Lorca  perché i critici taurini e flamenchi adoperassero un vocabolario adeguato.
(Mi auguro che questo poema piaccia più dell'altro che apparve qui )

Nessun commento:

Posta un commento