Non
voglio dare l’impressione di non aver fatto altro che sgobbare e
vedere Veronica, a Bristol. E tuttavia riaffiora ben poco alla mia
memoria. Un evento che torna, isolato e distinto, però, è la sera
in cui assistetti al fenomeno della marea del Severn. Di solito, il
giornale locale pubblicava un orario, indicando luoghi e tempi
migliori per non mancarla. Ma la prima volta che ci provai, l’acqua
sembrava decisa a infischiarsene delle istruzioni. Poi, una sera a
Minsterworth, un gruppetto di noi si mise in attesa in riva al fiume
fino a dopo mezzanotte, quando la nostra costanza fu ripagata. Per un
paio d’ore ci toccò stare a guardare un fiume scorrere docile
verso il mare come ogni buon corso d’acqua. I fugaci bagliori
lunari erano coadiuvati dalle perlustrazioni saltuarie di alcune
potenti torce elettriche. A un certo punto ci fu un mormorio, un
generale protendersi di colli e ogni fastidio mentale prodotto dal
freddo e dall’umidità svaní; sembrava che il fiume avesse
semplicemente cambiato idea e un’onda alta poco meno di un metro
venne verso di noi, frangendosi per la sua intera ampiezza, da una
sponda all’altra. Il flutto montò fino alla nostra postazione, ci
superò e piegò in lontananza; alcuni dei miei compagni si
lanciarono all’inseguimento tra urla, imprecazioni e cadute, mentre
l’onda in corsa li distaccava; io rimasi a riva, da solo. Non credo
di riuscire a trasmettere l’impatto che quel momento ebbe su di me.
Non fu come assistere a un uragano o a un terremoto (esperienze che,
peraltro, non conosco), cioè a una natura che si fa violenta e
distruttiva, richiamandoci tutti all’ordine. Fu perfino piú
allarmante, perché i sensi lo percepirono come un quieto errore,
come se qualcuno avesse azionato una minuscola leva nell’universo e
in quel luogo preciso, per pochi minuti, la natura e il tempo
procedessero a rovescio. Osservato col buio, inoltre, il fenomeno
diventava ancora piú arcano, ancora piú surreale.
[...]
[...]
Sergiomumo |
Questo
curioso fenomeno è molto appreciato dai surfisti, perché occasiona
un'onda enorme e regolare. Non l'ho mai presenziata, pur essendo
stato a Bristol.Soltanto vidi una volta che il Guadalquivir faceva
qualcosa di strano presso Coria, e pure mentre mangiavo nella Rana
Verde accanto al tajo, ancora ho probato qualcosa di indefinito da
disorientarmi. I surfisti devono essere attenti agli orari perché se
perdono l'onda, la prossima non passa fino alle dodici ore dopo,
dunque tra loro attacano discorsi di compagni.
Nell'Espagna
non c'è nessun fiume in cui si dia questo fenomeno, è
peccato,perché io pagherei denaro per fare surf sotto il Ponte di
Triana
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