lunedì 14 marzo 2016

IL SENSO DI UNA FINE (JULIAN BARNES) E L´ONDA DI MAREA O MACAREO

Non voglio dare l’impressione di non aver fatto altro che sgobbare e vedere Veronica, a Bristol. E tuttavia riaffiora ben poco alla mia memoria. Un evento che torna, isolato e distinto, però, è la sera in cui assistetti al fenomeno della marea del Severn. Di solito, il giornale locale pubblicava un orario, indicando luoghi e tempi migliori per non mancarla. Ma la prima volta che ci provai, l’acqua sembrava decisa a infischiarsene delle istruzioni. Poi, una sera a Minsterworth, un gruppetto di noi si mise in attesa in riva al fiume fino a dopo mezzanotte, quando la nostra costanza fu ripagata. Per un paio d’ore ci toccò stare a guardare un fiume scorrere docile verso il mare come ogni buon corso d’acqua. I fugaci bagliori lunari erano coadiuvati dalle perlustrazioni saltuarie di alcune potenti torce elettriche. A un certo punto ci fu un mormorio, un generale protendersi di colli e ogni fastidio mentale prodotto dal freddo e dall’umidità svaní; sembrava che il fiume avesse semplicemente cambiato idea e un’onda alta poco meno di un metro venne verso di noi, frangendosi per la sua intera ampiezza, da una sponda all’altra. Il flutto montò fino alla nostra postazione, ci superò e piegò in lontananza; alcuni dei miei compagni si lanciarono all’inseguimento tra urla, imprecazioni e cadute, mentre l’onda in corsa li distaccava; io rimasi a riva, da solo. Non credo di riuscire a trasmettere l’impatto che quel momento ebbe su di me. Non fu come assistere a un uragano o a un terremoto (esperienze che, peraltro, non conosco), cioè a una natura che si fa violenta e distruttiva, richiamandoci tutti all’ordine. Fu perfino piú allarmante, perché i sensi lo percepirono come un quieto errore, come se qualcuno avesse azionato una minuscola leva nell’universo e in quel luogo preciso, per pochi minuti, la natura e il tempo procedessero a rovescio. Osservato col buio, inoltre, il fenomeno diventava ancora piú arcano, ancora piú surreale.
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Sergiomumo


Questo curioso fenomeno è molto appreciato dai surfisti, perché occasiona un'onda enorme e regolare. Non l'ho mai presenziata, pur essendo stato a Bristol.Soltanto vidi una volta che il Guadalquivir faceva qualcosa di strano presso Coria, e pure mentre mangiavo nella Rana Verde accanto al tajo, ancora ho probato qualcosa di indefinito da disorientarmi. I surfisti devono essere attenti agli orari perché se perdono l'onda, la prossima non passa fino alle dodici ore dopo, dunque tra loro attacano discorsi di compagni.

Nell'Espagna non c'è nessun fiume in cui si dia questo fenomeno, è peccato,perché io pagherei denaro per fare surf sotto il Ponte di Triana

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