-Allora una storia di numeri- dissi a Zack
-Sì. E di fede e di speranza. Se vuoi che il tuo conto
sia immortale, niente come una grande dose di fede e di speranza. Un mucchio di
fede. Razioni extra di speranza.
- Bello mio,
devono sfagiolarti molto i numeri o qualcosa di simile.
- Che mi sfagiolano ? Difatti odio i maledetti numeri. Ma
quando li guardo non fanno rumore dentro
la mia testa , come accade con le parole e le lettere. A dire il vero mi
danno certa pace. Le lezioni di Mate me le passavo a guardare le equazioni, ma la mia mente si
trasferiva a un luogo felice fino all'ora della ricreazione.
- Io odiavo la Mate.
Noi tutti annuiamo con le nostre teste. Serge, invece
agitava la testa da un lato all'altro scandalizzato
In effetti la
gente ha molto chiaro se la Matematica le piace o non e/o se si la cava oppure tutt'altro. Nonché è una decisione che
si prende presto, fin da bambino ci si accorge se gli piacciono o non. Qualcosa
del genere accade con le Memorie o le Autobiografie riguardo al ruolo del padre
dell'autore. I padri sono o persone eccellenti, perfino geni, oppure autentici
malvaggi che hanno distrutto l'infanzia dell'autor. Raramente possiamo trovare
alcuno che sia normale come ci dice Manuel Alcántara nei suoi versi
"Lui era buono o cattivo
lo stesso che chiunque"